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Panificatori: rinnovato il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL)

Mercoledì 17 maggio, dopo oltre 28 mesi di trattative, è stato siglato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di lavoro per le aziende di panificazione ed attività affini. La lunga e difficile trattativa, guidata per la parte datoriale dalla Federazione Italiana Panificatori, organizzazione numericamente e storicamente maggiormente rappresentativa del settore, la partecipazione di Assopanificatori-Fiesa/Confesercenti e le rappresentanze dei lavoratori di FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL.

L’accordo di rinnovo prevede un aumento retributivo complessivo a regime di 52 euro per i panifici artigiani e73 euro per quelli industriali che verrà erogato in 2 tranche. A copertura del periodo di vacanza contrattuale è stato convenuta l’erogazione di una “una tantum” del valore complessivo di 260 euro per i panifici artigiani e 400 per gli industriali, divisi in 3 tranche.

Le parti, nel definire i contenuti dell’accordo contrattuale, la cui scadenza è stata fissata al 31 dicembre 2018, consapevoli delle oggettive difficoltà che le imprese stanno attraversando e contemporaneamente della necessità di prevedere nuovi strumenti utili a creare le premesse per nuovi posti di lavoro, hanno introdotto la possibilità di assumere a condizioni agevolate lavoratori in regime di “primo ingresso” (ovvero lavoratori senza esperienza specifica nel settore) e quello di “reimpiego” finalizzato al reinserimento di lavoratori disoccupati da almeno sei mesi.

Per queste particolari tipologie di assunzioni è stato definita una retribuzione ridotta del 30% al primo anno e del 20% al secondo anno prevedendo inoltre 60 ore di formazione.
Ulteriore elemento significativo la definizione del numero di dipendenti a tempo determinato che è stato fissato in 3 qualora quelli presenti in azienda a tempo indeterminato siano fino a cinque mentre, oltre i sei, è stata fissata una percentuale del 50%.

Di particolare importanza la nota a verbale con la quale le parti riconoscono la necessità di definire “un nuovo modello contrattuale più aderente alla mutate ed articolate realtà territoriali ed aziendali” fortemente sostenuta dalla Federazione Italiana Panificatori che ha più volte sottolineato le forti disparità del costo della vita tra le singole regioni italiane, disparità che dovrebbe trovare almeno parzialmente riscontro anche in termini retributivi.

Le parti hanno anche deciso di incontrarsi nuovamente entro novanta giorni dalla scadenza del contratto al fine di esaminare lo stato di applicazione degli accordi regionali di secondo livello.
Il settore della panificazione italiana è composto da oltre 25mila aziende, il 90% delle quali di dimensioni artigianali, e occupa - direttamente e nell’indotto - a oltre 180mila addetti.

 

Su DOCUMENTI l'accordo di rinnovo

 

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