2012-03-08
Grande soddisfazione per il successo ottenuto dall'intervento di Fipe-Confcommercio nei confronti del Governo e per la decisione presa in I e X Commissione di Montecitorio di ripristinare i requisiti morali per chi organizza sagre, feste religiose, di partito e altro con somministrazione di alimenti e bevande, come richiesto dalla stessa federazione.
"Il provvedimento - spiega Sergio Lucchetta presidente regionale FIPE - che fa parte del dl semplificazioni in discussione in Parlamento per la conversione in legge, dovrà passare l'esame dell'Aula dove la nostra Federazione conta di recuperare anche la stortura nei confronti dei circoli privati. E su questo argomento si prepara a dare nuova battaglia. Aver tolto, in un'ottica di semplificazione, l'autorizzazione di pubblica sicurezza ai circoli privati che somministrano alimenti e bevande impedisce nei fatti l'intervento preventivo da parte delle forze dell'ordine in caso venisse ravvisata una situazione di pericolo per i cittadini.
Ciò significa che polizia e carabinieri non potrebbero accedere immediatamente al luogo dove si somministrano cibi e bevande, ma dovrebbero attendere il mandato del magistrato.
Le situazioni di pericolo - continua Lucchetta - vanno da quelle più gravi (dalla rissa al riciclaggio di denaro sporco passando per lo spaccio di sostanze tossiche) a quelle apparentemente meno gravi, come per esempio il consumo di alcolici a persone di qualsiasi età e a qualsiasi ora. I circoli continuerebbero infatti ad essere soggetti al divieto di somministrazione di alcolici oltre le 3 del mattino, ma senza l'autorizzazione di pubblica sicurezza diventano luoghi esenti dai blitz.
Tutto ciò aggrava la situazione di concorrenza sleale creata dai circoli a danno delle attività commerciali propriamente inquadrate e soggette a obblighi di legge più complessi e articolati. Non è un caso che alcuni circoli nascano proprio con l'obiettivo di effettuare in maniera impropria, ma paradossalmente consentita dalla legge, un'attività da esercente. Gli stessi, infatti, non rilasciano scontrini ‘a norma di legge' e non pagano imposte e Iva sulla somministrazione se non (ben che vada) in regime di tassazione forfettaria. Tutto ciò avviene a dispetto del pronunciamento della Commissione europea che ha definito da tempo queste agevolazioni veri e propri "aiuti di Stato"."
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