2020-04-24
«Se confermate, le anticipazioni di una riapertura dei negozi di abbigliamento e calzature l’11 maggio, con tanto di obbligo di sanificare vestiti e scarpe, disegnano uno scenario inaccettabile». Lo dichiarano la presidente regionale del gruppo Confcommercio Federmoda del Friuli Venezia Giulia Antonella Popolizio e il vicepresidente provinciale di Udine di Confcommercio Alessandro Tollon.
Le questioni sono due: la data e le modalità della riapertura. «Alla luce dei numeri del contagio sotto controllo sul territorio – spiegano Popolizio e Tollon –, ci saremmo aspettati la bella sorpresa di una ripartenza già entro aprile. E invece troviamo indicata tra le indiscrezioni di giornata una riapertura posticipata addirittura all’11 maggio. Con la catastrofe economica in atto, con migliaia di attività che hanno visto azzerati i ricavi e con conseguente grave rischio per l’occupazione dei collaboratori, sarebbe incomprensibile aggiungere ritardo a ritardo. I nostri negozi sono pronti a recuperare il contatto con il cliente, lo sono da tempo. E si sono dunque attrezzati per contingentare gli ingressi, garantire che in negozio si possa entrare solo con guanti e mascherine, far rispettare la distanza interpersonale».
Altra cosa è però la sanificazione degli articoli. «I costi dei macchinari necessari sarebbero insostenibili – conclude Confcommercio Federmoda Fvg –, e i capi ne verrebbero pure danneggiati. Siamo dunque nettamente contrari. Ma va anche aggiunto che nulla è stato previsto per i negozi per bambini e neonati, già aperti senza alcun obbligo di sanificare abiti e scarpe. Servono chiarezza e coerenza, da subito. La nostra categoria ha già pagato un prezzo enorme a questa emergenza».
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