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Cento milioni fermi e i negozi chiudono

La Regione è inadempiente rispetto a un suo impegno di legge: l’allocazione di 100 milioni sui quattro Fondi di rotazione a favore delle imprese del territorio.
Lo sostiene Confcommercio Fvg parlando di questione «di vita o di morte». Il presidente Pio Traini, raccogliendo le istanze delle associazioni provinciali, rileva in particolare che rimangono ferme 185 pratiche del settore commercio, un totale di 46 milioni di euro di richieste di liquidità che consentirebbero di contenere meglio la morsa di una perdurante crisi economica.
«Dispiace che la Regione conservi solo sulla carta un progetto lungimirante di sostegno alle piccole e medie imprese – spiega Traini –. Purtroppo, se dalla carta non si passa alla pratica, restiamo solo alle buone intenzioni». Traini parla di un ritardo «inaccettabile»: «La legge 14, quella che prevede lo stanziamento dei 100 milioni di euro, vero ossigeno per le Pmi, risale a luglio. Dopo tre mesi ci ritroviamo ancora ad attendere un finanziamento che rappresenta un impegno del Consiglio regionale con il tessuto economico del Friuli Venezia Giulia. Ci è stato detto che mancava un via libera da Roma. Via libera che è arrivato, ma i soldi rimangono solo un’ipotesi. Eppure - insiste Traini - proprio in questa fase congiunturale così difficile, la Regione si dovrebbe rendere conto dell’urgenza di accelerare i passaggi burocratici. Ne va della sopravvivenza delle imprese».
Quello dei ritardi, insiste il presidente regionale di Confcommercio, «è un problema diffuso all’interno dell’amministrazione pubblica. Un altro esempio è quello dei fondi del progetto Pisus che ancora non sono stati ripartiti tra i Comuni. Il mondo del commercio, come del resto tutti i comparti, necessità di risposte pronte non di dilazioni che finiscono con l’aggravare una situazione già pesantissima». «In un primo momento, nell’ambito della spending review , era stata Roma a bloccare i fondi, ma ora quei soldi sono a disposizione della Regione – conclude Traini –.
In un momento tanto esasperato, in cui le banche difficilmente concedono credito, nonostante le garanzie dei Confidi, non è possibile attendere mesi per ottenere un finanziamento. Il resto lo dovrebbe fare il governo per rimettere in moto i consumi. In alcuni comparti la situazione è davvero drammatica a cominciare dai settori carburanti dei tabacchi e alimentari. Settori che, tra l’altro, devono fare i conti con l’aumento dei costi di approvvigionamento».

 

dal Messaggero Veneto del 11.10.2012 - Economia 

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