Non ci vergogniamo di niente perché abbiamo tutelato, come sempre, coloro che vogliono solamente lavorare. Chiediamo attenzione nei confronti di coloro che hanno uguali diritti rispetto a qualche decina di persone che, sabato scorso controllate da centinaia di agenti, hanno pensato di manifestare a favore di argomentazioni quanto meno discutibili.
Tutta la categoria è stata danneggiata per una protesta politica a cui, pur nel rispetto di ogni libertà a manifestare, non era stata preventivamente data adeguata informazione come avviene in altre circostanze od eventi.
La Confcommercio di Pordenone ha semplicemente espresso la perplessità su una manifestazione, autorizzata in una giornata e in luoghi sbagliati, senza offendere nessuno nel rispetto delle Istituzioni e comunque lodando il lavoro delle forze dell’ordine. Per altro l’Associazione si è attenuta alle istruzioni che proprio il Prefetto aveva dato.
Dire poi che la gente passeggiava tranquillamente è cosa impropria dal momento che molte persone si sono allontanate dalla città o addirittura non hanno nemmeno raggiunto il centro sapendo del tipo di manifestazione.
Anche il Presidente provinciale dell’Ascom-Cofcommercio, Alberto Marchiori, ha girato – come il Sindaco – in lungo e in largo il centro città per verificare l’andamento della manifestazione. Il suo commento è, però, lapidario: “I negozi di ottica erano aperti e neppure acquistando un paio di occhiali si intravedevano così tanti clienti nelle attività. Dispiace molto l’irritazione del Prefetto e del Sindaco, dei quali ho la massima stima e con i quali abbiamo collaborato e spero di collaborare anche per il futuro. Una cosa è certa, i nostri operatori si sono accorti dei mancati incassi alla chiusura giornaliera dei registratori di cassa. Un ulteriore ammanco, in una giornata solitamente dedicata allo shopping, che va ad aggiungersi alla grave situazione economica in cui versa il Paese”.
Si rassicuri il Prefetto, la lettera dell’Ascom-Confcommercio è stata dettata da un impegno sacrosanto verso una categoria che va tutelata e rispettata e non per mascherare gli insuccessi degli imprenditori che in questi anni hanno subito il malgoverno di una classe politica incapace.
Manifestazione con cortei politici sabato 10 novembre - lettera del Presidente delegazione Ascom Pordenone Aldo Biscontin al Prefetto, al Questore, al Presidente della provincia e al Sindaco di Pordenone
La doppia manifestazione di sabato 10 novembre in centro di movimenti politici opposti sul tema dell’immigrazione, si è trasformata in una vera violenza d’immagine per il capoluogo e l’intero tessuto mercantile.
Gli operatori commerciali sono profondamente indignati dal comportamento adottato dalle autorità locali che di fatto, sabato pomeriggio, hanno permesso di blindare la città per dare spazio a cortei e presidi di opposte fazioni in nome di una politica alla quale oggi nessuno più crede.
Una città vituperata con posti di blocco e le forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa che di fatto hanno infastidito non poco i clienti fuggiti in breve dalla passeggiata in centro, e di conseguenza penalizzato non solo lo shopping ma anche l’iniziativa che si svolgeva in piazza XX Settembre “Estate di San Martino” nell’ambito dell’evento Pordenone Wine&Food Love.
Oltretutto nelle vie interessate dai cortei si è fatto rispettare, in modo assoluto, il divieto di sosta e di transito per i residenti che sono rimasti bloccati nelle loro abitazioni con tanti malumori.
Una decisione assurda che proprio nello svolgimento delle manifestazioni promosse dall’Ascom-Confcommercio non vengono totalmente applicate. Forse gli operatori del commercio non meritano le stesse attenzioni di estreme sigle politiche?
Autorizzare questa sfilata di protesta il sabato pomeriggio nel pieno centro storico, per altro con una scarsa partecipazione di manifestanti e oltretutto neanche pordenonesi, vuol dire colpire ancora di più questa città – a forte vocazione mercantile – in un momento segnato da una crisi economica e da una recessione che sta mettendo a dura prova le attività commerciali.
Se il diritto a manifestare deve essere democraticamente garantito, non è ammissibile che il diritto al lavoro e quello delle imprese del Terziario venga in questo modo calpestato. Un manifestante così ha dichiarato sugli organi di stampa: “Vogliamo riprenderci la città. Noi siamo a casa nostra e stiamo manifestando civilmente per i diritti degli immigrati”. La nostra Associazione ribadisce, invece, che “Commercianti ed Esercenti stanno lavorando non solo per la città, ma per salvaguardare posti di lavoro e aziende”. Altro che riprenderci la città. La città è di tutti: forze sociale ed economiche che la rendono viva e attrattiva.
L’Associazione condanna, in modo unanime, questa manifestazione politica che di fatto si poteva autorizzare in altre aree più fruibili della città come piazzette Calderari e del Portello, o piazza del Popolo; altrimenti andava trasferita, in giorni ed orari più consoni rispetto al sabato, all’esterno del centro storico.
Per il futuro auspichiamo che gli organi di vigilanza e sicurezza abbiano maggiore attenzione e sensibilità anche verso le nostre categorie mercantili che di questa manifestazione, oltre ad averne subito i danni economici di cui questa Associazione sta valutando possibili azioni a difesa delle imprese nelle sedi più opportune, non sono state neppure informate preventivamente del programma.
Ringraziamo, invece, le forze di Polizia per la loro professionalità nel garantire la sicurezza e l’ordine in città.
Cordiali saluti.
Dr. Massimo Giordano Aldo Biscontin
DIRETTORE PRESIDENTE DELEGAZIONE DI PORDENONE