In merito alla manifestazione pro-Palestina e ai successivi interventi politici sulla questione, interviene il Presidente della Confcommercio Imprese per l’Italia di Pordenone, Alberto Marchiori, soprattutto a tutela della categoria commerciale:
“Quei politici scesi in piazza pronti a strumentalizzare anche le catastrofi umane pur di distinguersi, dovrebbero dedicarsi molto di più ai problemi reali della gente e delle imprese che sono stati chiamati a rappresentare.
Non siamo più disponibili – prosegue Marchiori – a sopportare azioni mediatiche, come quella di venerdì scorso, volte a terrorizzare la clientela che preferisce ovviamente cambiare città per lo shopping, dopo aver letto ‘città blindata’ a fronte di un evento improvvisato e comunicato all'ultimo momento a mezzo stampa alla cittadinanza e ai commercianti.
Il danno subito dalla Categoria è enorme e non è certo pensabile di riproporre un'altra manifestazione di sabato pomeriggio, unico momento della settimana in cui la gente è rilassata e disponibile a fare shopping (soprattutto adesso che ci sono le svendite).
Essere sensibili e solidali con i Fratelli Musulmani – continua il Presidente della Confcommercio – è corretto e sicuramente condivisibile, soprattutto se questa solidarietà si estende anche ai Fratelli Ebrei, Cristiani e a qualsiasi altra vittima frutto della faziosità e della discriminazione. Noi stessi siamo stati protagonisti insieme alla collettività pordenonese di una manifestazione silenziosa e serale (fiaccolata) contro la cristiano-fobia e siamo pronti a farlo di nuovo a favore di tutte le vittime della guerra purché manifestare non significhi arrecare danno agli altri.
Protestare, manifestare, poter dichiarare e dimostrare il proprio dissenso contro qualcuno o contro qualcosa fanno parte di quella libertà d'opinione ‘sale della democrazia' a patto che, ripeto, tutto ciò non provochi disagio e danno ad altri. Questo è il limite e il pregio della democrazia.
Chiediamo pertanto – conclude Marchiori – di non ripetere più l'errore di sabato scorso, per rispetto del lavoro altrui e delle stesse vittime innocenti”.