In continuità con le precedenti edizioni, quest’anno Confcommercio-Imprese per l’Italia contribuisce a Urbanpromo proponendo una riflessione sul ruolo sociale del commercio di prossimità e dei pubblici esercizi e sul rapporto tra cultura del cibo, città e territorio, anche in chiave di regolazione urbanistica.
L’emergenza sanitaria del Covid-19 ha reso evidente l’importanza della presenza capillare nel tessuto urbano delle attività economiche di vicinato, sia per il servizio offerto ai cittadini, sia per la loro natura di luoghi di scambio sociale, ma ha sottolineato, al contempo, la fragilità di questo patrimonio economico diffuso e la necessità di salvaguardarlo. Per tale ragione, il dibattito sulla rigenerazione urbana, nell’affrontare in modo integrato l’ampia varietà di questioni attinenti l’organizzazione e il funzionamento delle città, deve tenere conto anche del ruolo centrale dei servizi di prossimità al fine di delineare politiche e azioni in grado di sostenere e rafforzare i sistemi economici urbani e di contrastare la contrazione degli spazi di socialità.
In questo contesto, i pubblici esercizi incarnano in modo evidente l’idea di una rete capillare di luoghi e servizi deputati alla convivialità e allo stare insieme, ancor prima che allo scambio economico.
Si tratta di luoghi che hanno storicamente favorito la circolazione delle idee e l’accoglienza di nuovi stili di vita e che ricoprono tutt’oggi un rilevante ruolo sociale e culturale. Va, quindi, colta l’opportunità di governare tali attività dal punto di vista urbanistico affinché possano contribuire alla rivitalizzazione di parti di città e integrarsi armoniosamente con le altre funzioni urbane.
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