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''decreto del fare'': Prime novità su Impresa e fisco ''

Il  Consiglio dei Ministri ha emanato il''Decreto del fare”, con diverse misure per il rilancio economico del Paese.

Tra gli interventi in favore delle PMI confermata l’introduzione del bonus per gli investimenti in macchinari produttivi che sarà fruibile anche ricorrendo a contratti di leasing finanziario.

 

Le misure contenute nel pacchetto del “fare” risultano indirizzate a semplificare il quadro amministrativo e normativo per cittadini e imprese, con particolare attenzione ai temi connessi alla giustizia civile, ai rapporti con il fisco e a sostenere il flusso del credito alle attività produttive.

 

Le  principali novità in esso contenute sono.

 

Interventi in materia di infrastrutture, edilizia e appalti

In materia di infrastrutture è prevista l’attivazione di nuove opere per complessivi 3 miliardi di euro, con una ricaduta stimata in termini occupazionali pari a circa 30.000 nuovi posti di lavoro.

Gli interventi finanziabili riguarderanno principalmente il miglioramento della rete ferroviaria nazionale e degli assi autostradali.

Viene inoltre istituito un programma di interventi di sicurezza stradale per complessivi 300 milioni di euro destinati alla riqualificazione di ponti, viadotti e gallerie stradali.

Sempre nell’ambito delle misure rivolte al rilancio delle infrastrutture, il provvedimento contiene un capitolato destinato al sostentamento del settore portuale e nautico, con la concessione di maggiore autonomia finanziaria alle strutture portuali per la manutenzione e la sicurezza. Al fine di rilanciare la nautica da diporto il decreto rivede, attenuandola, l’imposta sulle imbarcazioni introdotta con il decreto Salva Italia. Il tributo non sarà più dovuto sulle imbarcazioni fino a 14 metri, mentre si riducono a 870 euro e 1.300 euro gli importi dovuti sulle imbarcazioni da 14 a 17 metri e da 14,01 a 20 metri.

Per incentivare la realizzazione di infrastrutture di importo superiore a 200 milioni di euro con contratti di partenariato pubblico-privato che non prevedono contributi pubblici a fondo perduto, il decreto introduce un credito di imposta a valere sull’IRES e IRAP e l’esenzione dal pagamento del canone di concessione nella misura necessaria al raggiungimento dell’equilibrio del piano economico-finanziario.

Tra le norme in materia di appalti ed edilizia risaltano le semplificazioni relative al DURC, il documento che attesta la regolarità contributiva delle imprese, la cui validità viene allungata a 180 giorni e che potrà essere acquisito in via informatica.

Viene inoltre prevista una semplificazione dell’iter per la presentazione della SCIA, con l’attribuzione al SUAP dell’obbligo di procedere, su richiesta dell’interessato, all’acquisizione di tutte le autorizzazioni necessarie all’intervento edilizio.

 

Interventi per le imprese

 

Per riattivare il circuito del credito, il decreto prevede il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia, per consentire l’accesso ad una platea più ampia di imprese.  Sale dal 70 all’80% la percentuale massima di copertura delle operazioni finanziarie di anticipazione di credito per le imprese che vantano crediti verso la Pubblica Amministrazione.

Viene inoltre programmato un cospicuo rifinanziamento, in sede di legge di Stabilità, che consentirà di attivare credito aggiuntivo per circa 50 miliardi.

Al fine di sostenere i grandi progetti di ricerca e innovazione industriale viene inoltre istituito un apposito “Fondo di garanzia per i grandi progetti”, con una dotazione di 50 milioni di euro per il biennio 2013-2014.

Tra le principali misure rivolte alle PMI, trovano conferma gli interventi anticipati nei giorni scorsi per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo.

Il decreto prevede che tali finanziamenti siano concessi entro il 31 dicembre 2016 dalle banche convenzionate a valere su un plafond della Cassa depositi e prestiti per una durata massima di 5 anni e per un valore non superiore a 2 milioni di euro per ciascuna impresa. L’importo complessivamente stanziato ammonta a 5 miliardi (2 miliardi nel 2013 e 1,5 miliardi rispettivamente nel 2014 e nel 2015). Potranno accedere al finanziamento agevolato anche le imprese che decidessero di fare ricorso al leasing finanziario per l’acquisizione dei macchinari. I contributi verranno rapportati agli interessi calcolati sui finanziamenti secondo limiti da stabilire con un decreto ad hoc. Il finanziamento potrà arrivare a coprire fino al 100% dei costi sostenuti.

 

Nutrito il pacchetto di misure rivolte al settore dell’energia. Tra queste, viene modificata la modalità di determinazione delle tariffe concesse agli impianti in regime Cip6, in modo progressivo, riallineandole con i prezzi di mercato. In arrivo inoltre una sostanziale riduzione del peso fiscale sulle bollette elettriche, con risparmi globali stimati in 550 milioni di euro l’anno. Il finanziamento per la riduzione delle bollette non comporterà aggravi per gli operatori delle energie rinnovabili, ma deriverà da un’estensione della Robin Tax alle imprese energetiche di dimensioni minori (con ricavi superiori ai 3 milioni di euro e un imponibile superiore a 300 mila euro).

Sul piano della riduzione degli oneri burocratici gravanti sulle imprese viene introdotto un indennizzo monetario a carico della PA per i ritardi nella conclusione dei procedimenti amministrativi. Lo strumento sarà avviato in via sperimentale per le imprese per poi essere esteso ai cittadini. Una volta a regime, i cittadini e le imprese potranno contestare un rimborso al responsabile unico del procedimento individuato per ogni amministrazione, ottenendo un risarcimento per il mancato rispetto dei termini pari a 50 euro al giorno fino a un massimo di 2.000 euro. Se non liquidata, la somma potrà essere chiesta al giudice amministrativo con una procedura semplificata. Viene mutuata da altri ordinamenti l’introduzione delle date uniche per l’efficacia dei procedimenti amministrativi, con i termini fissati al 1° luglio e al 1° gennaio per qualsiasi adempimento che comporti informative e produzione di documentazione da parte di imprese e cittadini nei confronti delle amministrazioni pubbliche.

 

Ulteriori misure rivolte alle imprese riguardano:

 

  • l’introduzione di crediti agevolati per il finanziamento della quota di capitale di rischio per la costituzione di imprese miste;
  • la predisposizione di un piano nazionale per le zone a “burocrazia zero”;
  • e la soppressione di tutte le certificazioni mediche attualmente necessarie per accedere a impieghi pubblici e privati.

 

Semplificazioni fiscali

 

Tra le disposizioni di semplificazione in materia fiscale si segnala in prima battuta la soppressione, all’art. 35 del D.L. n. 223/2006, della disciplina relativa alla responsabilità fiscale solidale tra appaltatore e subappaltatore. Viene conseguentemente meno la relativa disciplina sanzionatoria del committente (da 5.000 a 200.000 euro) per il versamento all’Erario delle ritenute su redditi di lavoro dipendente e dell’IVA dovuta dal subappaltatore o dall’appaltatore.

Novità significative si registrano in materia di pignorabilità delle proprietà immobiliari, con l’introduzione dell’impignorabilità degli immobili di proprietà del debitore adibiti ad abitazione principale (fatta eccezione per quelli di categoria di lusso: A/8 e A/9).

Per tutti gli altri immobili, inoltre, il valore minimo del debito che autorizza l’attivazione della procedura espropriativa viene innalzato a 120.000 euro da 20.000 euro attuali.

L’esecuzione dell’esproprio potrà essere resa effettiva non prima di 6 mesi dalla data di iscrizione dell’ipoteca, mentre in passato erano sufficienti 4 mesi.

Per quanto riguarda le imprese, i limiti alla pignorabilità già presenti nel codice di procedura civile per le ditte individuali sono estesi alle società di capitale.

Sui beni strumentali delle imprese il pignoramento potrà riguardare soltanto un quinto quando il valore degli altri beni risulti insufficiente. Il decreto contiene inoltre una revisione sostanziale dei poteri di Equitalia.

In particolare, si segnala un allungamento dei tempi per saldare i pagamenti rateali, con un passaggio dalle attuali 72 rate a 120. L’estensione è concessa a condizione che sia accertata una grave situazione di difficoltà del contribuente non dovuta a sue responsabilità e legata alla crisi economica, tale da rendere impossibile il rispetto del piano ordinario. Conseguentemente i contribuenti in stato di difficoltà economica potranno richiedere al concessionario una dilazione dei pagamenti che potrà arrivare fino ad una durata massima di 10 anni.

Inoltre, il numero di rate non pagate che determinano la decadenza dell’accordo di rateizzazione viene portato a 8 (dalle 2 attuali) anche non consecutive.

Altra novità di rilievo è la riduzione dei costi gravanti sui contribuenti per le somme iscritte a ruolo. Dal prossimo 30 settembre, infatti, dalle cartelle scomparirà l’aggio e queste ultime saranno gravate esclusivamente dai costi fissi e dai relativi interessi.

 

Il decreto interviene infine in modifica della proroga alla concessione ad Equitalia del servizio di riscossione, introdotta dal D.L. n. 35/2013, estendendola anche ai crediti non tributari (sanzioni amministrative e multe).

 

Un ulteriore intervento di semplificazione in materia fiscale è quello relativo all’abrogazione del modello 770 mensile per la comunicazione dei dati retributivi e delle informazioni necessarie per il calcolo delle ritenute fiscali e dei conguagli da parte dei sostituti d’imposta.

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