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Alcool e tabacchi: divieto di vendita e somministrazione ai minori di 18 anni

I pubblici esercizi già penalizzati dalla difficile crisi congiunturale si trovano a dover affrontare quotidianamente il problema della richiesta di bevande alcoliche da parte dei minori.

 

Per Enrico Focone, presidente provinciale della categoria aderente a Fipe-Confcommercio, il fenomeno è in continua crescita nonostante le azioni intraprese negli ultimi anni per sensibilizzare i giovani sui problemi alcolcorrelati.   “Numerosi incontri sono stati organizzati con le forze dell’ordine, unitamente agli esercenti, per tentare di arginare quella che è una richiesta sempre più pressante da parte dei ragazzi sotto i 16 anni che cercano  di ottenere bevande alcoliche ancor prima di andare a scuola. La recente  normativa ci ha trasformati in sceriffi  perché ci autorizza a chiedere un documento valido per  verificarne l’età. Ciò nonostante,  il più delle volte, i giovani tentano di aggirare  l’ostacolo dichiarando un’età maggiore basandosi anche sull’aspetto fisico, o esibendo un documento di altra persona maggiorenne”.

 

Ricordiamo, ancora una volta,  che  la  recente normativa stabilisce il divieto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche e tabacchi ai minori di 18 anni.

 

Le sanzioni prevedono:

  • l’applicazione del codice penale per i minori di 16 anni
  • una sanzione amministrativa da 250 a 1000 euro per quelli compresi fra 16 e 18 anni.

 

“ I giovani - sottolinea ancora Focone - pur di bere non si rendono conto che mettono in serie difficoltà  l’esercente che magari per una svista rischia di vedere compromessa la propria attività”.

 

Stessa cosa vale per la vendita e somministrazione di prodotti del tabacco ai minori di 18 anni (e non più di sedici). Anche in questo caso se c’è il dubbio sull’età dell’acquirente,  il rivenditore è obbligato a chiedere un documento di identità prima di vendere il prodotto. Gli stessi distributori automatici devono essere adeguati alla lettura dei documenti anagrafici.

Ora più che mai - spiegano all’Ascom - è necessario il richiamo al rigoroso rispetto delle regole, soprattutto in un panorama complesso come quello attuale, in cui si registrano dei malcelati tentativi di scardinare il sistema di vendita. Resta inteso che il fenomeno deve essere affrontato, in maniera radicale,  a monte delle attività commerciali, agendo nelle famiglie, nelle scuole e nei luoghi di ritrovo dei giovani.

L’Ascom raccomanda la massima attenzione degli esercenti affinchè l’eventuale errore di un singolo imprenditore non comprometta l’immagine della categoria.

 

Il cartello da esporre (v. allegato) è a disposizione presso gli uffici della sede di Pordenone e delle Delegazioni

 

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